Nella mia attività di consulente fiscale, ricevo sempre più spesso domande sul trattamento fiscale delle criptovalute. Una delle questioni più discusse riguarda la soglia dei 2.000 euro prevista per le plusvalenze da cripto-attività. Con la pubblicazione del modello Redditi PF 2025, arriva finalmente un chiarimento ufficiale: i 2.000 euro non rappresentano una soglia oltre la quale tutta la plusvalenza diventa imponibile, ma una vera e propria franchigia.
Il contesto normativo
Dal 2023 è entrata in vigore la disciplina fiscale italiana sulle cripto-attività, che comprende non solo le criptovalute, ma anche altri asset legati alla blockchain. La normativa fa riferimento all’art. 67, comma 1, lett. c-sexies) del TUIR, secondo cui le plusvalenze e gli altri proventi da cripto-attività sono considerati “redditi diversi” e soggetti a imposta sostitutiva del 26%, ma solo se complessivamente superiori a 2.000 euro nel periodo d’imposta.
L’Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 30/E del 27 ottobre 2023, aveva precisato che i 2.000 euro costituiscono una franchigia, ma l’uso ambiguo dei termini “soglia” e “franchigia” aveva sollevato dubbi tra i contribuenti e gli operatori del settore.
2023: il primo anno di applicazione e i dubbi interpretativi
Nel modello Redditi PF 2024, le istruzioni al rigo RT33 avevano fatto pensare a un’interpretazione più rigida: l’importo da indicare doveva essere “non inferiore a 2.000 euro” e il software dell’Agenzia calcolava l’imposta sul totale, una volta superata quella cifra. In pratica, sembrava che i 2.000 euro fossero una soglia oltre la quale tutta la plusvalenza fosse imponibile.
Questa interpretazione aveva generato non poche perplessità, anche perché non coerente con quanto espresso nella circolare 30/E.
Il cambio di rotta nel 2024
Le istruzioni al modello Redditi PF 2025 introducono un importante chiarimento. A pagina 38, relativamente alla sezione V-A del quadro RT (dedicata alle “plusvalenze da cessione di cripto-attività”), viene specificato che:
“La sezione deve essere compilata per dichiarare le plusvalenze e gli altri proventi, per la parte che eccede la soglia di euro 2.000 nel periodo d’imposta, di cui all’articolo 67, comma 1, lett. c-sexies), del TUIR.”
Insomma, l’Agenzia delle Entrate conferma che si tratta effettivamente di una franchigia: solo l’importo che supera i 2.000 euro va tassato.
Anche se viene utilizzato ancora il termine “soglia”, il concetto è ormai chiaro e confermato nelle istruzioni ufficiali.
Cosa cambia dal 2025 in poi
Va detto che questa questione interpretativa riguarda solo i periodi d’imposta 2023 e 2024. Infatti, con la Legge di Bilancio 2025 (Legge 207/2024), ai commi 23-25 viene eliminata la franchigia dei 2.000 euro a partire dal 1° gennaio 2025. Inoltre, è previsto un aumento dell’aliquota d’imposta dal 26% al 33% dal 2026.
Considerazioni finali
Questo cambio di interpretazione da parte dell’Agenzia non è passato inosservato, soprattutto considerando che la normativa è rimasta invariata tra 2023 e 2024. Tuttavia, è positivo che ora ci sia una posizione chiara: per il 2024, le plusvalenze da cripto-attività sono imponibili solo per la parte eccedente i 2.000 euro.
Se operi con criptovalute e vuoi chiarimenti su come gestire al meglio la dichiarazione dei redditi, contattami: ogni dettaglio conta e una corretta pianificazione fiscale può fare davvero la differenza.